A fine estate l’orto non ha una gran bell’aspetto! E’ vero che i toni del verde tornano ad essere predominanti e finalmente ci rilassiamo una volta terminata l’emergenza ‘secco’ quando tutto sembrava morire di sete! Ma a ben guardare il verde delle foglie dei nostri ortaggi non è mai del tutto verde: spesso appare velato di bianco o macchiato di ruggine. Nel primo caso abbiamo a che fare con l’oidio o il mal bianco (che attacca quasi tutte le cucurbitaceae: cetrioli, meloni, zucche, zucchine, ma anche carciofi, bietole e carote) e nel secondo caso con la peronospora (che predilige le solanaceae come pomodori, patate, melanzane ma anche la vite, le rose e i gerani).

Potremo quasi dire che è un classico! A fine estate queste due malattie crittogamiche si presentano puntuali, puntuali e non si scappa! Certamente gli orticoltori più scafati sanno bene come fronteggiarle, ma molti altri non sapranno come reagire a questa catastrofe ‘fungina’. Iniziamo col dire che queste malattie si propagano spesso su piante giunte al termine del loro ciclo vitale, quindi molto meglio averci a che fare adesso che non in primavera. Infatti tanti orticoltori, in questo periodo, lasciano che le malattie facciano il loro corso per poi eliminare tutte le piante con i primi freddi, ma è anche vero che spesso attaccano piante ancora in produzione e non è comunque bene lasciare che gli agenti patogeni restino troppo a lungo e si propaghino nel nostro orto, diventando poi un ospite fisso. 

Inizialmente potrebbe essere utile eliminare le foglie di troppo, poiché le ore di sole vanno diminuendo e i raggi non sono più così aggressivi e l’eccessivo fogliame potrebbe trattenere l’umidità favorire le malattie fungine e contrastare l’insolazione necessaria a portare a termine la maturazione di alcuni frutti e ortaggi. Se poi le foglie in questione sono già compromesse motivo in più per toglierle! Ma non togliamole tutte, altrimenti addio fotosintesi, ma solo quelle che ombreggiano troppo e tolgono nutrimento ad una pianta ormai quasi esaurita.

Nel caso la peronospora stia progredendo a vista d’occhio, ma noi volessimo ancora prolungare il raccolto, non resta che utilizzare la poltiglia bordolese o l’ossicloruro di rame oppure leggere il link su come proteggere gli ortaggi dalla peronospora ed individuare altri sistemi alternativi. Se invece la pianta fosse eccessivamente compromessa e la peronospora avesse reso il nostro raccolto inutilizzabile conviene estirpare tutte le piante e bruciarle al più presto.

Se invece fosse l’oidio il nostro ‘nemico’ la cura tradizionale è lo zolfo, ma un’altro sistema altrettanto efficace e semplice è il bicarbonato, 1 grammo per un litro di acqua, da irrorare poi sulle foglie, oppure il macerato di equiseto. Se saremo stati previdenti avremo una scorta di equiseto secco (altrimenti potremo procurarcelo in erboristeria) da macerare, 100 gr in un litro di acqua, e dopo 7 giorni diluirlo in altri 4 litri. Se è troppo usatelo pure anche sulle rose del giardino!

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