Schermata 2014-12-16 alle 18.18.33Natale non è Natale se non regaliamo almeno un libro! E talvolta cosa c’è di meglio che farsi una ‘coccola’ e regalarlo a noi stessi? Questa volta vi suggerisco ‘E il giardino creò l’uomo’ di Jorn de Précy, il cui sottotitolo recita: “un manifesto ribelle e sentimentale per filosofi e giardinieri”.

Se siete in cerca di consigli sulla coltivazione degli ortaggi o dei fiori, smettete di leggere questo post, perché questo libro a poco a che fare con le tecniche colturali, ma a molto a che fare con l’amore per la terra. Se invece siete dei romantici idealisti e pensate che “il giardino (e l’orto) sia l’ultimo rifugio della spiritualità e della poesia; l’ultima frontiera al di qua della barbarie e dell’alienazione” allora avete trovato ‘pane’ per la vostra mente.

Jorn de Précy è vissuto un centinaio di anni fa, ma il suo pensiero ‘dell’uomo giardiniere della terra’ è quanto mai attuale: de Précy è stato un vero anticipatore delle pratiche naturali e ‘bio’ oggi così tanto di moda.

Ma per farvi capire al meglio che cosa troverete all’interno di questo libro, mi limiterò a citare alcune frasi scritte dal ‘nostro’ filosofo-giardiniere. “Il lavoro del giardiniere non conosce interruzione tra l’operato della mano, dello spirito, del cuore…..Il giardinaggio non è che un dialogo continuo con la terra”.

De Précy cita a sua volta la bibbia, “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”, per asserire che il ruolo degli uomini è dunque proteggere la vita e favorirne la crescita e chiede: “ Che cosa accadrebbe se l’uomo civilizzato rinunciasse a trattare la natura come un terreno di conquista e iniziasse ad abitare la terra da giardiniere?”.

Nelle ultime pagine, dopo avere parlato a lungo di ‘Greystone’, il giardino di sua proprietà, approda finalmente all’orto per dire: “Ma sarebbe un peccato terminare la visita senza un giro nell’orto. Dopo la rustica solitudine del bosco, penetrare ora in un luogo pieno di sole in cui la natura nutre l’anima altrettanto bene che il corpo. Forse è la parte di Greystone che preferisco…”.

Ci sono poi pagine che sono delle vere e proprie esortazioni al riavvicinamento alla terra: “Fate giardini! Veri giardini, naturalmente, luoghi indomiti, fuorilegge…tracciate il vostro disegno sulla faccia della Terra, che si presta sempre volentieri ai sogni dell’uomo, piantate un giardino e prendetevene cura”.

Bene! Chi vi ha convinto di più de Précy a fare un giardino o io a comprare il suo libro? Spero di cuore che possiate fare ambedue le cose!

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