La vendemmia è festa, allegria, tradizione. La raccolta dell’uva è legata ad immagini antiche e poetiche: chiunque possieda un piccolo filare di uva matura, sa di cosa parlo.

In Maremma dove vivo, in Val di Cornia, le cantine abbondano e producono vini di eccellenza. Qui la vendemmia è un rito, con regole, tempi e tecniche ben precise. Guai a sgarrare! Per per chi invece non fa della raccolta dell’uva una professione, ma possiede soltanto qualche metro di vigna,  la raccolta è più libera, facile e divertente, tuttavia dovrà seguire alcuni piccoli accorgimenti.

1. Evitare di raccogliere l’uva bagnata dalla pioggia o dalla rugiada perché, oltre ad ottenere un mosto più diluito, potrebbero svilupparsi delle muffe.

2. Evitare anche le ore più calde del giorno perché il calore potrebbe favorire una fermentazione anticipata.

3. Usare cesoie ben affilate per recidere i grappoli evitando di asportare la parte legnosa e fogliare.

4. Al momento del taglio è bene asportare subito, qualora ce ne fossero, acini ammuffiti, guasti o secchi.

5.Riporre i grappoli raccolti in contenitori traforati e ventilati, per permettere all’aria di circolare ed asciugare l’umidità.

Se siete molto legati alla tradizione e volete raccogliere l’uva proprio come la raccoglieva vostro nonno, dovrete guardare alla luna. Sappiate che l’uva va raccolta in luna calante, mentre la fermentazione dovrà avvenire in luna crescente, solo in questo modo otterremo vini limpidi e senza residui, in caso contrario otterremo vini torbidi e difficili da filtrare.

A chi l’uva volesse solo mangiarla e conservarla a lungo, consiglio di tagliare i grappoli provvisti di un pezzo di tralcio (la parte legnosa per intendersi) di circa 20 cm e appenderli ad una funicella in un luogo fresco, asciutto, buio e preferibilmente protetto da zanzariere per tenere lontani gli insetti. C’ è chi spolvera i grappoli di zolfo ventilato per averli integri fino a Natale o chi li immerge prima in contenitori pieni di acqua, affinché il tralcio prima assorba e poi rilasci l’umidità che gli acini perdono. Logicamente questa pratica è da evitare se volete ottenere dell’uva passa. Le uve più adatte a quest’ultimo scopo sono: tra le bianche Regina, Verdea e Zibibbo e tra le nere Marsigliana, Pergolese e Fragola.

Ultima raccomandazione: controllate l’uva di tanto in tanto ed asportate subito gli acini che tendono a rovinarsi!

Vi suggeriamo invece questo link se  volete sbizzarrirvi sperimentando i vari metodi di conservazione dell’uva: sciroppata, giulebbata, in gelatina, al vapore, ecc…

foto da flickr di aldoaldoz e di Elvira – Ciboulette

2 commenti
  1. Giuseppe
    Giuseppe dice:

    A gennaio ho spostato una vite e siccome aveva una radice lunga l’ho tagliata prima di trapiantarla nel nuovo terreno. Ma è fine aprile e non mette nessuna foglia, forse ho fatto un guaio? Forse è morta? Dammi un consiglio! Grazie

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    • nara marrucci
      nara marrucci dice:

      Ciao Giuseppe, se hai trapiantato la tua vite a gennaio, puoi essere quasi certo che il trapianto avrà un esito positivo. Gennaio è indubbiamente il periodo migliore per compiere questo genere di operazioni! Devi avere soltanto un po’ di pazienza perché la pianta adesso sta pensando ad emettere le radici e non le foglie, anzi sarebbe stato preoccupante il contrario! Un saluto e a presto

      Rispondi

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