Disprezzate dagli ortocoltori e dai luoghi comuni che vogliono il giardino o l’orto inospitali verso le varietà improduttive o ineleganti, le “erbacce” o “erbe maligne” vivono ai margini della società vegetale. La loro ostinata invasività, la loro strenua volontà di sopravvivenza in situazioni difficili da sempre vengono combattute dall’uomo. Eppure sono molto spesso preziose per le loro proprietà curative, importanti per il sistema immunitario del pianeta e addirittura belle nelle forme e nei colori. Certo non mancano le voci in difesa di queste ribelli vegetali. Una su tutte quella del botanico inglese Richard Mabey che ne ha tessuto le lodi in un libro recentissimo e di grande successo come “Elogio delle erbacce” edito da Ponte alle Grazie.
Ma intanto, per quanto affascinata e simpaticamente attratta da queste intruse (nel mio giardino le accolgo volentieri), sono qui a scrivere come eliminarle dai nostri orti, dove queste erbe si imbucano non solo senza essere invitate, ma addirittura nutrendosi alle spalle dei nostri pomodori, delle nostre zucchine e del nostro basilico.
Prima di tutto è importante conoscerle, queste erbacce. A me è piaciuta questa classificazione, effettuata non secondo criteri botanici, ma secondo similitudini biologiche. Ecco quindi i seguenti raggruppamenti: erbe maligne annuali o perenni, invernali o primaverili, a radici superficiali o a radici profonde.
Per questa volta utilizzeremo solo i nomi volgari, con cui sono comunemente conosciute.
Nelle erbe maligne annuali d’inverno raggruppiamo la Veronica, le Viole del pensiero selvatiche, la Centocchi, il Lamio, il Geranio, la Cicuta, la Fumaria.
Tra le erbacce di primavera si segnalano l’Ortica e la Mostarda dei campi, i Piscialletto, il Cardo dei campi. Tra quelle a radici superficiali spicca la proverbiale Gramigna, la Pimpinella, la Cicerchia, il Sedo. Ma le più tenaci sono ovviamente quelle con radici profonde come il Convolvolo e la Linaria.
Ora che le abbiamo individuate, come combatterle?
Anche in questo caso la prevenzione è la migliore difesa. Cercare di utilizzare sementi proprie sarebbe il massimo, così come alternare frequentemente le piante (prevedere la rotazione), una pratica che molte erbacce non sopportano. Poi attenzione al compost che può portare in seno radici di erbe indesiderate. E’ opportuno inoltre distruggere sempre le erbe maligne con sistemi meccanici per evitarne la propagazione attraverso il vento e, soprattutto, lavorare accuratamente il suolo prima della semina. In questo senso sarchiatura e zappatura sono fondamentali. Evitare il più possibile gli erbicidi perché colpiscono alla cieca, senza distinguere tra buono e cattivo.
Infine un’ultima possibilità: imparare a capire le virtù dell’erbacce, soprattutto officinali. Un modo per rendere il nostro orto più democratico. E forse anche più bello.

Foto di zentolos e di kiki follettosa

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